Archivio | agosto, 2022

Quelli che al Barazzone

19 Ago

Negli ultimi due anni si sono concentrati sul vaccino, dimenticando le cure. La grigliata di Ferragosto al Barazzone invece incarna tutti e due i termini, ma circoscrivere questo gioioso evento nel freddo linguaggio medico sarebbe tanto irrispettoso quanto riduttivo. Cura e vaccino – o antidoto, che suona meno lugubre e un po’ più fiabesco – inteso alla società di oggi, ai suoi ritmi, al suo stress. Poi certo, dopo la grigliata di Ferragosto è necessaria qualche altra cura, principalmente la dieta… La grigliata del Barazzone è un avamposto, una zona franca, un piccolo miracolo spazio-temporale dove le persone riescono a stare bene insieme per il gusto di stare insieme. Ricorda per certi versi le grigliate estive della giovinezza, le coeve feste di Capodanno, i compleanni in pizzeria, eventi programmati ma attesi con quella smania che ti faceva friggere lo stomaco contando i giorni che mancavano, ipotizzando tutte le cose che avresti potuto (o sognato) fare, ma anche la paura di non poter partecipare per qualche motivo. Emozioni pianificate. Di quel tempo è come se si fosse tramandato il gusto di vivere una giornata a chiacchiere e stupidate, amenità che si avviluppano a cose serie, tutto esce naturale, spontaneo. Allora il 110 era solo un voto che forse qualcuno un giorno avrebbe preso, soldi in bisacca pochini, entusiasmo tanto, le borsette erano quelle della mamma e della zia, le auto e le moto si sognavano sulle riviste e si ammiravano in piazza (da ferme) o sulla Sparavalle (in movimento). Divertirsi con poco, fantasticare più che possedere, sfruttare a fare fruttare quello che c’era. Ecco, alla grigliata di Ferragosto si respira lo stesso sapore spensierato, quello che ti ha fatto stare bene come non mai e che a volte temi di non provare più, o comunque non appieno, in più adesso non c’è quella voglia di stupire a tutti i costi che da ragazzi a volte esondava nel numero da circo. Se è sbagliato voler rivivere un’età che non c’è più, è invece salvifico mantenere quello spirito dopo i quaranta. A Ferragosto i genitori tornano ragazzi, mostrando ai figli che per divertirsi e stare bene basta poco – la compagnia è indispensabile, le vivande e la musica quasi, il resto è più o meno superfluo – cosa che i figli sanno già bene e applicano ancor meglio. Amicizie storiche (probabilmente imperiture) ed altre più recenti ma già robuste, un’accoglienza autentica dei padroni di casa che ti mette a tuo agio, spariscono i formalismi, certi meccanismi mentali figli di…boh…diciamo della quotidianità si smontano da soli, i pezzi rimangono lì e si ricomporranno, ma solo dopo qualche giorno e il compiere con naturalezza gesti che altrove imbarazzerebbero (no, la zona nudisti non c’è) vale due certezze: nelle situazioni idilliache esce il meglio di noi e in tutte le altre forse stiamo sbagliando qualcosa (togliendo forse e qualcosa la frase assume un senso ancora più compiuto). Lo diranno anche quegli esauriti dei motivatori, ma contornarsi di persone allegre è vitale. E’ come se con le braci della griglia sparissero certe remore, venisse sgrassata l’anima da sovrastrutture che ci legano gli atteggiamenti ed esattamente come la brace dona alla carne quella particolare cottura e quel tipico gusto, anche i nostri caratteri vengono insaporiti. Nota a margine: non è un inno a grigliare carne umana, o i radicali ed il partito trasversale del politicamente corretto potrebbero alzare un polverone, ergo scassare pesantemente le palle.

Il 15 di agosto al Barazzone ognuno può inventarsi il proprio ruolo: chi gestisce i tavoli, chi cura la griglia, chi la musica, chi il frigo e qualcuno è dedito a non fare assolutamente un cazzo, ruolo quest’ultimo assolutamente previsto nonché fortemente richiesto. I visi non mentono mai, in quella giornata le espressioni sono tutte distese, immortalate della fotografa della compagnia, anche se nulla è per sempre, ed ecco che a fine serata e il mattino successivo le espressioni passano dal disteso al sofferente accompagnate da quell’accrocchio di promesse e pentimenti sul mangiare e sul bere, attendibili esattamente come quelle di 25 anni fa. D’altronde come diceva quel famoso proverbio orientale, non è bere che fa male, è ri-bere. Orientale perché lo pronunciò un tizio del Friuli Venezia Giulia. Ci si affeziona anche ai rituali, tipo il puntuale timore che ogni anno affiora di non aver abbastanza roba da mangiare, gli psicologi la chiamerebbero coazione a ripetere, il risultato è che la grigliata di Ferragisto diventa LE grigliate di Ferragosto. In ogni angolo c’è gente che sta bene. I più piccoli giocano a cosa lo sanno solo loro, si renderanno conto di vivere una meraviglia? O la meraviglia è non rendersene conto? Nella partita a biliardino sono stati convocati frenesia fanciullesca, sudore, competizione e bava alla bocca asciugata da qualche sacrosanta madonna. Le sedie di plastica messe in cerchio paiono non volersi più muovere intente ad ascoltare pure loro le chiacchiere degli invitati. E poi c’è la predisposizione alla cazzata, una di quelle università specializzate nel nulla, una a caso, dovrebbe per una volta fare una ricerca utile sull’argomento. Ma che università, la sentenza la spariamo noi: la sana cazzata aiuta a vivere meglio, il contesto barazzoniano spinge a proferirne a nastro, il contesto barazzoninao aiuta a vivere meglio (il resto dei sillogismi e dei postulati lo potete trovare nel volume La fenomenologia della cazzata).

Anche se il tasso di stronzaggine delle persone è direttamente proporzionale alle temperature medie – sta aumentando considerevolmente – il genere umano ha ancora la capacità di scegliere persone affini con cui stare bene. Forse non tutto il genere umano, noi certamente sì. Il che dà una certa speranza per noi e per i nostri figli. Ci vorrebbero più Ferragosti al Barazzone, anche se non mancano le cause ostative (vedi alla voce proctologia, gastroenterologia, indice di massa corporea), poi un’emozione non si interrompe ma nemmeno si può inflazionare. Sta a noi trarre insegnamento da quella che è molto più di una semplice giornata di festa.

Educazione asessuata

16 Ago

Visto che nel Mondo occidentale stanno aumentando violenza, povertà, inquinamento, sfruttamento ed esasperazione sociale, qual è uno dei primi punti dell’agenda di quelli che democraticamente dettano la linea? L’educazione sessuale. Ma lo fanno per i troppi reprobi villani da educare e civilizzare in nome dei nuovi dettami del progressismo fucsia e arcobaleno, e per rendere più libera e civile la vita di tutti i giorni. Ma noi, che siamo dei bruti rossobruni, degli impenitenti illiberali meritevoli di finire nelle liste di prescrizione, come al solito ci siamo comportati male, non ci è passato quel vizio di scopiazzare (ap)preso a scuola ed ecco che non abbiamo resistito a dare una sbirciata a quella famosa agenda vergata dagli illuminati di modernità (come abbiamo fatto non si può dire, avremo forse avuto un appoggio da qualche Stato canaglia?Mah…)

(Inciso: se è l’Occidente a nasare a casa degli altri e a scoprire delle magagne, è il tripudio della libertà di stampa, di pensiero e dello di stile di vita – e via con l’autocelebrazione della nostra superiorità! – se lo fa qualcuno in casa dell’Occidente e scopre altrettante magagne, fa la fine di Julian Assange, sempre per il concetto della libertà di stampa, di pensiero e dello di stile di vita).

Anche in tema di sessualità, coerentemente ai dettami della loro ideologia senza idee, l’obiettivo è cancellare tutte quelle vecchie abitudini patriarcali e ormonali che finora hanno mandato avanti il genere umano. Si farà affidamento a delle autentiche pietre miliari dell’ondivaghismo sessuale, quali “Two father is mei che uan” (da pronunciare con un marcato accento bolognese), “Uomo o donna: basta che respiri” , ” Oggi mi va così, domani cosà”, “Chi si accontenta gode”, “Ho scoperto che mi piace il pesce”, e “Mia moglie ha una gran nerchia“.

Il messaggio è chiaro ed inoppugnabile, dovranno sparire il concetto della mamma e del papà, inizialmente – e lo saprete senz’altro – si era pensato a Genitore 1 e Genitore 2, solo che alcuni relatori presenti anche nel progetto sul politicamente corretto “Cerca il razzismo e l’emarginazione anche e soprattutto dove non c’è e rompi i coglioni su tutto” hanno rilevato tracce di discriminazione: il genitore 1 viene prima del genitore 2? E perché? Oppure – e qui emerge preponderante tutta la loro venalità – non è che il Genitore 2 abbia un patrimonio doppio rispetto al Genitore 1? Eh sì, dubbi e speculazioni filosofiche che avrebbero fatto pronunciare ai filosofi greci un convinto “Me cojoni!” Si è passati quindi a Genitore A e B, ma anche qui apriti cielo, la lettera A è la prima dell’alfabeto, simbolo di primato e supremazia della razza, hanno bofonchiato alcuni semiologi, impegnati a studiare i simboli dei nuovi partiti e che avevano giusto una mezz’ora libera da riempire con delle troiate. Sono poi intervenuti altri minorati mentali tirando fuori la vecchia solfa che alle scuole medie il corso A era sempre considerato il migliore ed il B quello degli scapestrati. Eh, un bel rompicapo… Alla fine si chiameranno tutti e due con un generico Genitore, seguendo la spersonalizzazione ricercata con ossesso in ogni dove dall’ideologia liberista. Qualcuno potrà sollevare la critica che i bimbi faranno confusione, avranno difficoltà nel riconoscimento dei ruoli, chiameranno uno e risponderà l’altro, non li distingueranno, mancheranno i riferimenti ed avranno grossi problemi alla personalità e nel rapporto con gli altri destinati a perdurare. Cioè esattamente quello che vogliono. Anche perché in questo modo di genitori se ne potranno aggiungere quanti se ne vuole, tipo un contatto in una chat di Whattsapp.

Un altro punto focale è la messa al bando dei peli, tendenza già ad uno stadio avanzato, il cui passo successivo sarà la rasatura sul nascere, rendendo tutti implumi come una boccia di biliardo. Si farà affidamento ad uno storico collaboratore di pace e benessere sociale, la nato, che fra le proprie dotazioni ha un apparecchio laser che verrà proposto obbligatoriamente agli estetisti (previste le forme del noleggio a lungo termine e del leasing strumentale). Evitiamo subito polemiche e allarmismi di fronte al fatto che l’apparecchio rilasci qualche piccola, marginale e trascurabile traccia di uranio impoverito, nelle missioni umanitarie serve anche quello. E poi l’ultima versione ha il 20% di uranio impoverito in meno rispetto alla media dei laser ed ha ottenuto la certificazione Bio. Verranno bandite quelle vetuste espressioni del tipo “camicia aperta col villo di fuori” , “gli ho visto il pelo” , “c’è in giro della pelusca“. Per i trasgressori previste severe pene (in senso giuridico). Anche nella cinematografia si dovrà ricorrere ad alcuni correttivi, in Fantozzi subisce ancora ad esempio, Loris Batacchi sarà doppiato per coprire la famosa battuta “Non ho peli sulla lingua, momentaneamente…” Non sarà risparmiata nemmeno la letteratura, tira aria di censura anche per uno come Henry Miller, a cui non basta la sua avventurosa esistenza beat, la frase de “Il tropico del cancro” sulla fregna rasata che pareva un’ostrica morta è inaccettabile e ancor più quel passaggio che è il pelo a renderla misteriosa. Il sistema come è noto illude di lasciare la massima libertà, purché si faccia come dice lui. Chi si ostinerà a lasciarsi sul corpo, e in particolar modo nelle zone pubiche, quell’ irsuto manto pelliccioso, dovrà pagare la famosa Tassa sul pelo (la Pelotax, ma per il nome definitivo, verrà indetto un sondaggio on line utilizzando la piattaforma di un noto movimento) che verrà calcolata utilizzando un sofisticato algoritmo che terrà conto della superficie totale della zona pelosa e della densità del pelo stesso a cui si aggiungerà un correttivo a seconda della zona del corpo interessata, ovviamente l’area pubica è quella col coefficiente maggiore e più penalizzante. Chi sarà soggetto alla Tassa sul pelo subirà immediatamente anche le nuove rendite catastali e non potrà partecipare alle raccolte punti dei supermercati.

Proseguendo col programma, durante l’ora di religione alle medie anziché un prete (o un suo surrogato) che biascica stronzate sull’autoerotismo e sulla castità ci sarà un chierico laico che farà sentire in colpa gli adolescenti sulle loro prime cotte, spiegando che per ogni cotta nei confronti di un determinato sesso ne deve seguire una per un soggetto dell’altro sesso, entro il quadrimestre di riferimento. Sono esentati solo quei soggetti che si sono invaghiti di un ragazzo/a ucraina. Entro i vent’anni bisognerà compilare tramite il Fascicolo Sanitario Elettronico un questionario sulle abitudini sessuali: chi non avrà ancora avuto rapporti con persone dello stesso sesso o comunque con ambo i sessi, verrà mandato in tournée con Achille Lauro e i Maneskin e gli verrà imposta una dieta esclusivamente vegana con la sola aggiunta di insetti selezionati, da uno studio di una università del cazzo a caso, di quelle specializzate in minchiate inutili e roboanti, è uscita la notizia che un’alimentazione onnivora e variegata e senza fanatismi di sorta favorisce un desiderio eterosessuale. Altrettanto dicasi per l’utilizzo dei mezzi a motore a scoppio: vietati a chi non ha ancora scoperto la sessualità bipartisan, mentre per gli altri sarà ancora possibile dare delle sgasate con motori a combustione ma solo se si possiede almeno lo stesso numero di mezzi elettrici e dal costo non inferiore a 40.000 € cadauno. La transizione ecologica ha i suoi costi, si sa. E si sa anche chi deve pagarli, i poveri cristi. Però ne vale la pena, perché con la conversione elettrica si inquinerà come e più di adesso, ma le nuove lobby si arricchiranno molto in fretta, che è quello che conta, no?

Il progetto è ambizioso, nessuno si nasconde, epocale lo definiscono, ecco perché dovrà coinvolgere anche gli animali domestici, che nel frattempo avranno acquisito la piena capacità giuridica compreso ovviamente il diritto di voto (vedi alla voce allargamento della democrazia partecipativa). Si partirà dagli animaletti più piccoli, perché convincere un asino o un cavallo con la bega in tiro a cambiare i suoi progetti con l’equina di turno è stato ritenuto potenzialmente pericoloso. Invece quelli di piccola taglia verranno mandati a dei corsi, finanziati coi tagli alla scuola pubblica, mentre i punti nascita che sono stati chiusi e i reparti ospedalieri che sono stati smantellati verranno convertiti in consultori per l’assistenza psicologica a queste bestiole durante la delicata fase della transizione sessuale. Finalmente delle conquiste sociali degne di nota.

La maternità e la genitorialità dovranno diventare due concerti puramente consumistici, un vezzo, un tipo di shopping per aumentare la visibilità e gli affari. L’utero in affitto e la possibilità di acquistare dei bambini verrà legalizzata, ma se la potranno permettere solo i ricchi, mentre i poveri potranno solo vendere i propri pargoli o appunto prestare il proprio corpo per fare nascere una creatura, anche oggi è così, solamente sarà regolarizzato, nero su bianco, uno stato di fatto che iniziava ad essere spinoso; questo è coraggio, questa è una delle tante superiorità dell’Occidente, ovvero la mercificazione di tutto.

Traspare un certo ottimismo da parte degli organizzatori sui tempi di applicazione del programma, sia perché i servi del potere sono un po’ come le temperature medie, stanno aumentando costantemente, ed anche perché finora ad opporsi a questo progetto sono perlopiù dei cattolici oltranzisti ultraconservatori e dei vetero-clerico fascisti, personaggi che quando aprono bocca viene voglia di fare il contrario di quello dicono, e viene anche voglia di fare qualcos’altro.

Articolo di pura fantasia, ogni riferimento alla realtà, a fatti, a situazioni, a persone vive o morte è puramente casuale