Dopo innumerevoli tentativi anche la Giulia, pare, riuscirà a convogliare a nozze.
Le speranze si erano ridotte al lumicino quando anche l’ultima sua preda (un sessantaseienne uxoricida di Latina con la passione per l’uncinetto e per gli orologi-omaggio del Dixan) era riuscito a divincolarsi con l’incontrovertibile scusa di essere stato ingaggiato a tempo pieno nel cast della Pimpa.
Un affronto immeritato per una musa ispiratrice di svariati artisti:i Pooh scrissero per lei -ben prima che nascesse- la struggente “Piccola mula“, poi rivista in un più commerciale “Piccola Katy“, mentre Ligabue compose “Piccola mula senza stalla“, che verrà modificata (e mortificata) dai discografici come ben sappiamo.
Passando alla letteratura, tutti conosciamo il celebre romanzo “Il nome della mula“.
Ecco allora che il destino (ho detto il destino, non l’intestino) le ha fatto incontrare Omar il Fichissimo, il 4° ragazzo più bello di Ramiseto (ma in molti si erano ritirati), noto anche come il Mago (S)Omar: un tipo tosto e deciso.
Ancora lo devono informare del matrimonio.
Neanche quando la sua badante (gentilissima, tra l’altro) lo ha accompagnato ad acquistare il vestito e ad ordinare confetti e bomboniere ha ventilato il benché minimo sospetto.
Il suo cane da caccia invece qualcosa aveva fiutato.
Per non fargli prendere impegni il giorno del (suo) nozze, alla Giulietta è bastato annunciare al Romeo de noantri che Putin verrà a Ramiseto proprio in quella data con il suo mezzo di rappresentanza (un carro armato T-90) per guadare l’Enza offrendo sambuca a tutto l’alto crinale.
Sui testimoni vige il massimo riserbo.
E’ trapelato solo un nome, riconducibile allo sposo (notizia mai smentita dai diretti interessati): quello di “Hacksaw” Jim Duggan, il celebre wrestler-boscaiolo in auge negli anni Ottanta.
I soliti bene informati dicono però di vedere spesso nella residenza ramisetana dei futuri sposi (ebbene sì, convivono, non diciamolo a Giovanardi) scendere da un mastodontico Suv maculato un tipo biondiccio, vestito in maniera imbarazzante (un misto tra un dadaismo 2.0 e l’anteprima di una società post-atomica) che biascica un idioma non identificato da nessun dizionario e/o traduttore.
Solitamente il vestito della sposa è una cerimonia nella cerimonia.
Quello della Giulia (le fonti sono tombali) dicono sia lo spot per il nuovo programma Ma come ti sposi?: più che un abito, un accessorio per uno scherzo agli invitati (il sogno proibito di tutti gli sposi).
Anche la scelta del ristorante non è stata una passeggiata.
Erano rimasti in lizza la mensa del Fatebenefratelli di Milano (scartato per il numero di invitati, è richiesto un minimo di 3.200 persone) e una partita avariata (dal 2005) di Quattro Salti in Padella.
Solo l’intervento risoluto di #bepperosa ha scongiurato un pranzo al sacco con tovaglia biancorossa, panini e formiche (ci sono sempre, le formiche, nei picnic).
Per allietare la festa sarà trasmessa la docu-fiction “La cagna è la migliore amica dell’uomo” e ricavata una stanza dove si potranno effettuare scambi di coppia (ma anche di animali e di fili interdentali), bondage con suore orsoline, partite a Risiko e/o Subbuteo completamente nudi ed esperimenti nucleari col riso basmati.
Per l’occasione Studio Aperto comunicherà una notizia.
Per due persone la cui colonna sonora è “In vacanza da una vita” la meta della luna di miele rimbalza fra il superfluo ed il disinteressato.
La scelta è caduta su un trittico da paura: il giro della Pietra in bici, una vasca in auto al Direzionale col braccio fuori dal finestrino e – come suggello finale – una romantica crociera sul Dolo.
Durante la cerimonia e nel successivo rinfresco sarà severamente vietato:
– toccare il culo alla sposa (la sorella invece si è dichiarata disponibile);
– mimare le virgolette con le dita;
– effettuare esercitazioni di caccia al cinghiale (per gli amici dello sposo);
– uscire dal nozze con un tasso alcolico più basso di 2,73 g/l (per tutti);
– canticchiare od anche solo intonare brani di Gigi D’Alessio;
– presentarsi con l’unghia del mignolo lunga e con la ricrescita;
– rimettere su la porta (questa la capiranno in sette);
– schiacciare i brufoli ai partner;
– sbagliare l’uso del congiuntivo (non saranno ammessi errori nemmeno da ubriachi).
Le variabili: l’amicizia ed un evento (molto) importante.
Lo svolgimento, che coincide col risultato: fotogrammi di una vita che scorrono davanti agli occhi, aneddoti indelebili, cerchi che si chiudono, (nuove) strade che ne aprono altri, tourbillon di ricordi proiettati al futuro.
Gli auguri si fanno anche così, fra noi refrattari alla banalità.
Rispondi