Babbo Natale scrive

24 Dic

In queste feste comandate il solito tran tran è stato interrotto dalla lettera di Babbo Natale, uno che di solito le riceve.
Stavolta ha scritto lui.

Chi ha fatto il militare (non io, quindi) sa bene che il nonno è stanco.
Beh, io sono solo un Babbo e non avrei il grado per pronunciarla, quella frase.
Ma forse l’anzianità sì.
E se anche il mio coetaneo Giorgio si dimetterà dalla sua attuale occupazione, allora credo di poterlo fare anch’io.
In questa mia lettera di commiato non avrò peli sulla lingua (al massimo dei pelucchi del vestito, una volta invece…) e sarò un po scurrile come non lo sono mai stato, anche perché ormai il costume dell’eterno buono mi sta stretto (no, le costine di maiale fritte con la salsa dell’Ikea non c’entrano niente, su dai…).

Non ce l’ho affatto coi vostri bambini, loro sono ancora deliziosi.
Nonostante voi.
Sì, siete voi che ormai detesto.
Pensate solo a sti cazzo di regali.
Come diceva Nietzsche (me lo ricordo:un pò originale ma era forte) “Di tutto conoscete il prezzo, di niente il valore”.
Mi sono stufato di essere l’assoluzione per la vostra anima, avete la morale autocertificata (ma non diciamolo ai rottamatori o ci costruiscono la prossima campagna elettorale).
Siete ormai delle cavie (consenzienti) per il laboratorio del consumismo: state accettando di tutto, a partire da quella festa che manco vi rappresenta.
Mi sto riferendo ad Halloween.
Non vi siete presi nemmeno la versione originale, quella celtica, ma un surrogato a stelle e strisce.
Anche la mia tradizione non vi appartiene, ma la consegna a domicilio è troppo comoda.
Voi non siete molto meglio di chi vi rappresenta, anzi loro sono la sublimazione della vostra bramosia e cupidigia.
Li criticate non per il comportamento, ma perché vorreste essere al loro posto.
I vostri buoni proposti regolarmente disattesi non sono altro che le promesse dei politici in campagna elettorale.

Se foste morbosi di notizie e verità come lo siete di gossip e cronaca nera vivreste in un Paese quasi normale.
E invece da sempre vi fate nutrire di monoteismi vari (religione, scienza, mercato).
Capisco cinquant’anni fa, ma ora che avete i mezzi informatevi.
Credete a favole decisamente più perniciose della mia.
Fatevi un regalo inedito: imparate a ragionare in proprio.
Al vostro cospetto è decisamente più emancipata la mia slitta.
Credenti o meno, a Natale avete come reazione pavloviana una bulimia consumistica travestita da buoni sentimenti.
E’ una catarsi oltremodo comoda, arriva tutti gli anni nello stesso periodo e per l’unico obolo da pagare è sufficiente strisciare la carta.
Aveva ragione Gianfranco Funari ad asserire che quanno uno te fa l’auguri de Natale e tutto l’anno manco te se ‘ncula nun je poi dì “grazie, altrettanto…”, je devi dì “auguri mpar de cojoni, mettete er panettone sotto ar braccio e vatteneaffanculo!”
Ecco, se penso a tanti di voi mi viene in mente quella strofa di Eugenio Finardi “…sempre in vendita come una troia…” (un chiaro riferimento alla Befana, nda).

Giunto alla fine della corsa sento però il dovere di svelarvi qualche retroscena.
Sono stato un agente segreto della CIA, mi mettevano sempre insieme a quel tale che mi somigliava, come si chiamava?
Forse Giulio, o Giuliano, adesso scrive (o meglio ci prova) rigorosamente a libro paga.
Ma sì, ve ne dico un’altra.
Sono più di tre anni che per le mie consegne mi avvalgo dei droni di Amazon.
Non fate così, mi ci hanno costretto intensificando i controlli anti-doping sulle renne.
Come dite, ultimamente consegnavo solo una marca di giocattoli?
Ci credo, coi viaggi alle Maldive che mi regalavano era il minimo che potessi fare.
In realtà sono così incazzato anche perchè in Romanzo Criminale il mio personaggio non è stato interpretato da nessuno e nell’inchiesta Mafia Capitale il mio nome era sempre coperto dagli omissis.
Ao, ricordateve na cosa: a Roma ancora adesso nun cade foglia ch’er Babbo nun voglia.

(Articolo di pura fantasia, qualsiasi riferimento a fatti e persone è puramente casuale).

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