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Dedicato a te/5

26 Apr

(Dedicato a te è un periodico sfogo, un balsamico travaso di bile che avrà per destinatari sia i massimi sistemi sia il particolare.
Lo stile sarà volutamente scarno, asciutto, anche volgare, gli approfondimenti ed i ricami cerco di metterli in altri lavori)

Oggi parliamo di te, del tifoso, che trafelato come sei ad elaborare e riordinare giornalmente il tuo unico impegno, scommetto che non ti sarai mai chiesto perché l’origine etimologica della tua ragione di vita, il tifo, coincida con una malattia altamente contagiosa che produce eritemi, eruzioni, meningismo, inappetenza, ulcere, diarrea, delirio, e che può portare a gravi complicazioni fino alla morte.
Non te lo sarai mai chiesto, ma vedi, le parole non sono mai casuali come è invece la tua vita – loro, le parole, un significato ce l’hanno sempre – e allora te lo dico io: perché sono grossomodo gli stessi effetti di cui soffri tu e che provochi anche agli altri.
Oggi farò tutto io, domande, risposte, analisi, spiegazioni: è inutile scomodarti in attività cerebrali per le quali non sei preparato, non vorrei che ti venisse la carne greve alle sinapsi o una contrattura alla corteccia prefrontale mediale.
O peggio ancora che scoprissi di possederle entrambe.
Eri in quarantena nel calcio (e difatti i sintomi della malattia si dividono in settimane, esattamente come il calendario del campionato che veneri come un testo sacro), e non contento dei danni prodotti lì, hai esondato invadendo tutto, non c’è nessun sistema immunitario che sembra arginarti.
In ogni settore c’è un tuo esponente, avete più copertura voi che una zona cablata con la fibra ottica.
E dove arrivi, infesti tutto.
Sei una sorta di Re merda, dove del Re ovviamente non hai nulla (se non l’arroganza), perché tu sei un servo.
E pure frustrato.

E non fare lo stronzo una volta tanto, non mi sto riferendo a chi mette anima e corpo per un hobby o un interesse, o di chi segue qualcuno o qualcosa con amorevole entusiasmo – queste sono attività sane – io sto parlando proprio di te, che adori solo i tuoi eroi ed irridi quelli degli altri, e che spesso hai per eroi personaggi che stonerebbero persino in un letamaio.
I greci quando parlavano di tifo intendevano l’offuscamento febbrile della mente, cazzo se erano avanti eh?
Lo posso giustificare da ragazzi, anzi a quell’età è quasi doveroso passarci, un sornacchio pacato, riflessivo e posato mi farebbe più paura.
Ma tu sei cresciuto – male, ma sei cresciuto – e sei rimasto più dogmatico di un Inquisitore del Medioevo, hai la stessa onestà intellettuale di una lattina di birra Peroni (vuota), adegui ancora il pensiero a ciò che tifi, non hai un tuo parere, una tua idea, una tua iniziativa, dipendi da una sola cosa, sei permeato da una cieca obbedienza, e siccome ci metti fanatismo come se piovesse ti credi uno scomodo, un ribelle, uno cazzuto, quando invece riesci a malapena ad essere un cazzone.

Ci si può emozionare, si può incitare, appoggiare, ammirare, soffrire, supportare,gufare, anche senza quella pletora di ragionamenti alla cazzo di cane di cui fai collezione tu.
Non sai che la mente si può allargare perché la tua l’hai serrata a chiave e l’hai fatta pure saldare, non sai che si possono apprezzare due, tre, quattro, ennesime cose assieme (anche in antitesi) senza rischiare la deflagrazione, come provare stima per un avversario o come ravvedersi dalle proprie convinzioni, sei all’oscuro (in tutti i sensi) di come l’eclettismo elevi l’uomo, tu forzato specialista invasato che da una vita ti abbuffi senza neanche assaporare quello che ti passa il convento.
Sopra al Mondo hai messo una coperta, ti sei limitato a farci un buco e a costruirci la tua vita intorno.
Discutere con te è inutile, non ti stimolerebbe nemmeno una scarica di elettroshok, se Socrate ed i suoi allievi ti avessero conosciuto non sarebbe nata la maieutica.
Sei un contoterzista del pensiero dotato della stessa credibilità di un oroscopo, possiedi infatti svariate enciclopedie di figure di merda.
Ti dipingi appassionato, ma di qualcosa calato sempre dall’alto: ti hanno detto che devi comportarti così, che devi reagire cosà e tu non sgarri di una virgola, devi farti piacere tutto e disprezzare quello dei nemici, quando magari il tuo inconscio vorrebbe il contrario, ma il tuo credo inflessibile glielo impedisce.
Accecato dai tuoi precetti quante cose ti perdi solo perché fanno parte dell’avversario, quanta merda che sei costretto ad incensare (e mangiare) solo perché la tua malattia te lo impone.
Denigri tutto ciò ti è altro, solo perché è altro, ma se domani l’altro diventasse roba tua ti metteresti a venerarlo rinnegando il passato, come scaricheresti al volo ciò che hai esaltato fino ad oggi nel caso inverso.
Tanto di memoria storica non ne hai mai avuta e di dignità ne hai forse sentito parlare una volta al bancone del bar.
Capendoci poco, infatti preferisti continuare a discutere con un tuo simile di una cagata a caso scelta dal tuo catalogo.

Quando penso al regredire della specie umana tu appari nelle parole suggerite.
Penso poi alla bellezza della vita, alla scoperta, al cambiamento, alla novità, all’apprendere, alla poliedricità, e vedo te che col tuo ghignone dall’espressione bovina che abbatti e demolisci questi aulici pensieri, soddisfatto che la società sia divisa ed etichettata in contenitori.
Se il Mondo sta diventando paranoico e schizofrenico è perché stanno usando (anche) te come sicario.
Ti hanno messo al guinzaglio e ti portano dove vogliono loro, ti tengono sempre sulle spine, ti dicono quando abbaiare e quando azzannare, te le fanno prendere, ti mettono nei casini, poi con un biscottino e due complimenti al “tifoso sempre presente!”, torni a credere di essere un protagonista e ricominci daccapo il giro.
Sei proprio un inutile idiota, digerisci di tutto, e fai vomitare gli altri.
Come sprechi l’esistenza.
Come sei comodo al sistema.
Come sei dannoso per l’umanità.
I vaccini, gli antidoti, i diserbanti, gli antiparassitari temo che con te siano poco efficaci, è per questo che nutro più fiducia in una vostra estinzione di massa.
E spero.