L’avevano dato per spacciato. Troppo inquinante, poco pratico, troppo scorbutico, poco pulito.
Già pronto l’epitaffio, tanti ringraziamenti per aver fatto la storia del motociclismo – e del fuoristrada in particolare – ma ora avanti coi pomponi a 4 tempi.
Potenti ma facili, gioiellini di tecnica ma anche di spesa per dei piloti esigenti ed un po’ capricciosi, poi i giapponesi han deciso così, quindi basta discutere.
Solo che…su certi percorsi il vecchio 2T non lo batti neanche a morire,qualche pilota nostalgico e godereccio non se ne è mai liberato ,qualche casa (la Ktm in primis) ci ha creduto ancora (eccome se ci ha creduto) ed ecco che negli ultimi anni i boschi e le mulattiere si son ripopolati di questi esseri a miscela.
L’odore (profumo?) dell’olio allo scarico,il rumore metallico che diventa un urlo lancinante, secco, insolente, l’inserimento in curva fulmineo – ragazzi, quanto è fastidioso il freno motore? – sono gioie che i pur perfetti 4T non regaleranno mai.
Nel tempo delle mappature variabili e delle partenze assistite è bello contrapporre l’alchimia della giusta percentuale di miscela.
L’entrata in coppia di un due tempi regala delle scariche di adrenalina impagabili, solo certi ormoni fanno meglio…
Il 2t è un motore schietto e sincero , pretende rispetto ma non ti pianta in asso,ti stimola, è come una donna esigente ed un po’ lunatica, ma ti fa divertire un tot e quando ci monti a cavallo non scendi più.
Lunga vita al 2 TEMPI!
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