L’Alfa Romeo ha recentemente presentato la berlinetta 4C, una compatta sportiva dalla linea mozzafiato.
Per i numeri (ne saranno prodotte 1.000 unità all’anno), per il prezzo (60.000 €) e per le soluzioni senza compromessi adottate (una su tutte la scocca in carbonio, appannaggio finora delle supercar più esclusive), non sarà certo l’ancora di salvataggio della Casa milanese per aumentare le vendite.
E’ però un modello che riassocia le parole sportività ed esclusività al brand del Biscione.
Ad oggi la Casa di Arese (per la cronaca, lo storico stabilimento non esiste più) è una splendida incompiuta.
In un dizionario illustrato il simbolo dell’Alfa Romeo comparirebbe di fianco alla parola rimpianto:
di non vedere la Casa nei fasti che le competono.
L’Alfa Romeo rappresenta ancora – nonostante le scelte suicide cerchino di raggiungere l’esatto contrario – uno dei nostri fiori all’occhiello,un vanto, un sinonimo stesso del nostro paese.
Se la Ferrari è il sogno di tutti raggiungibile solo da pochissimi, l’Alfa è sempre stata l’icona della sportività quotidiana,del piacere di guidare, un Cuore Sportivo che ha scandito (ed unito) la storia di tante generazioni creando un senso di appartenenza nel marchio.
Per capire quanto fossero avanti le Alfa basti pensare che la meccanica dell’Alfetta dei primi anni Settanta (una delle macchine più belle di sempre ed un mio personale feticcio) è stata utilizzata per oltre vent’anni (risultando sempre all’avanguardia) sui modelli che le sono succeduti.Altri tempi.
All’estero l’ammirazione per il marchio sfocia quasi in invidia.
Lanciare dei nuovi modelli ed inventarsi dei nuovi segmenti paiono gli unici antidoti per combattere la crisi del settore.
La Bmw e l’Audi -ovvero le teoriche rivali nel settore premium– si schierano rispettivamente con venti e ventidue modelli (ed altri sono in rampa di lancio).
A cotanta bocca di fuoco teutonica i vertici dell’Alfa (pardon, della Fiat) rispondono con ben quattro modelli.
Non cantate vittoria troppo presto però,due di questi usciranno presto di produzione.
Ed ovviamente non verranno sostituiti subito.
Geniali eh?
Cercate una berlina sportiva, un suv,un coupè,una cabrio od un’ammiraglia?
Non perdete neanche tempo a guardare l’attuale listino della Casa di Arese:non c’è nulla di tutto questo.
Meglio lasciarli alla concorrenza, avranno pensato.
Negli anni Ottanta c’era il genio di Minneapolis (Prince), oggi è rimasto quello di Detroit.
Ed al costruttore Marchionne di costruire dei nuovi modelli non va, lo sapete.
Lui è fatto così.
La recente dichiarazione dell.A.d. del Lingotto “In Italia le condizioni industriali sono impossibili, abbiamo le alternative necessarie per realizzare le Alfa ovunque nel Mondo” è il condensato del suo stile: ondivago, un pò bluff ed un pò minaccia, decisionista per l’assenza di contradditorio, comunicativo per la carenza di buoni ascoltatori.
Fra i tanti regali dell’euro (vedi anche l’articolo N€uropsichiatria https://shiatsu77.wordpress.com/2013/07/30/neuropsichiatria/) c’è quello di aver permesso a tante aziende tedesche di fare shopping nel nostro Paese.
Per tornare a valorizzare l’Alfa Romeo però credo che l’unica soluzione sia questa:a Wolfsburg la pratica del Biscione è sui tavoli da un bel pò di tempo, così come i progetti per rilanciarla.
Un’attenta gestione sulle clausole di vendita (una corretta valutazione del marchio alla Fiat,l’obbligo di produrre ed investire in Italia) permetterebbe di far tornare il marchio nell’Olimpo dei costruttori.
Mr. Maglioncino non ha voglia di scherzare.
Speriamo almeno che i tempi stiano per cambiare.
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