Dedicato a te/La partenza

15 Nov

Parte oggi una nuova rubrica, Dedicato a te, come si evince dal titolo.
Sarà un piccolo e periodico sfogo, un balsamico travaso di bile che avrà per destinatari sia i massimi sistemi sia il particolare.
Lo stile sarà volutamente scarno, asciutto, anche volgare (gli approfondimenti ed i ricami cerco di metterli in altri lavori).

Il primo destinatario è un pò come il primo pezzo di un album e così ho scelto di partire da te, caro ipotetico cittadino medio, caro ipotetico uno fra i tanti, caro ipotetico elettore qualsiasi.
Ma forse sarebbe meglio dire elettore ignorante: quante cose che ignori.
Poi sì, certo, a volti ti indigni anche tu (poco, troppo poco, finché non lo farai più spesso e per ragioni serie non cambierò la mia idea su di te di un millimetro); pensa, a volte (a volte, eh) intuisci anche tu che qualcosa non va (e lo fai quasi sempre quando il tuo bel partito è all’opposizione, perché sei un servo) ma se un tuo neurone prendesse l’iniziativa di fare qualche collegamento gli altri 3 che hai nel cervello ordinerebbero della Novalgina.
Vedi, l’uomo è dotato di potenzialità infinite e tu le lasci utilizzare agli altri.
E questi altri, caro mio non-simile, non fanno i tuoi e i NOSTRI interessi: ti piace come sintesi?
Disegnini purtroppo non sono in grado di farne, quindi sforzati di capire.
Ti usano e tu li alimenti: sei come uno schiavo che invoca la frusta e le catene.
Non ti informi e nel 2015 non hai più giustificazioni.
I tuoi nonni le avevano (ed erano comunque più intelligenti di te), i tuoi genitori (ed erano comunque più intelligenti di te), ma tu no.
Perché il tempo per le stronzate lo trovi.
E dico stronzate non pensando a cose divertenti, ilari e leggere.
No, quelle servono.
Dico stronzate pensando proprio all’origine materiale del termine.
Credi ancora alle favole, ma a delle favole tristi, scontate e banali.
Un pò come te.
Tranquillo, di difetti ne hai tanti altri.
Per prenderti per il culo bastano due balle che riavvolgono e ti fanno ascoltare all’infinito cambiando solo l’oratore.
Tu sei una versione del genere umano alleggerita del carattere, del nervo e dell’intuizione, così fanno prima a spostarti da una parte all’altra e tu pensi che quella nuova sia sempre l’unica posizione possibile e, proprio perché nuova, quella più vantaggiosa.
Pensa un pò come (s)ragioni.
Ti faccio una rivelazione.
Per la stima che ho per te potresti anche farti trattare peggio, ma c’è un problema.
Che per colpa tua ci rimettiamo TUTTI.
Ed anche se il mio orgoglio potrebbe minacciare di non parlarmi più, vorrei poterti rivalutare.
Vai a caccia della tua dignità, poniti delle domande e rianima il tuo cervello.
Ed inizia a pensare.
Ma so che mi deluderai ancora una volta, perché sembri nato per quello.

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