La fresca terrazza del Marti è un luogo molto stimolante per filosofeggiare.
Anche in assenza di alcool.
L’altra sera una delle frasi più pronunciate è risultata “Ai nostri tempi era diverso”, un chiaro esempio di dicotomia.
Contiene infatti un elevato tasso di qualunquismo: potrebbe essere proferita da qualsiasi generazione in riferimento alla propria epoca.
I quindicenni di oggi un giorno rimpiangeranno “…i bei tempi degli smartphone…”.
Dall’altro canto, è innegabile che la società attuale – che non si evolve da sola, c’è sempre lo zampino dell’uomo – abbia raggiunto degli eccessi risibili anche da chi non sia in età da Polident.
Più cinica che egocentrica, solo in apparenza individualistica, la società di oggi non ammette in realtà voci fuori dal coro, quindi il personalismo è ridotto ai minimi termini.
E’ l’apparire che viene esaltato ma in una forma standardizzata all’estremo che produce un solipsismo materiale.
Essere adolescenti oggi è oggettivamente più difficile che vent’anni fa, quando già l’edonismo reganiano aveva tracciato dei profondi solchi.
Pensiamo solo al sesso (argomento su cui è meglio preferire la pratica alla teoria, quindi ne parleremo il meno possibile…).
Oggi un ragazzo/a deve combattere contro dei riferimenti (fisici,prestazionali) devastanti.
E’ mormale che persone con meno di trent’anni utilizzino il Viagra?
Curioso poi come sia cambiato anche il modello di femminilità:dalle forme giunoniche di Tinto Brass alla (quasi) anoressia, dalle Fat Bottomed Girls dei Queen alla Taglia 42 obbligatoria.
La (presunta) emancipazione ha in realtà tolto alla donna molti diritti e potere e spesso è stata costretta ad imitare l’uomo (e di conseguenza a rinunciare al proprio io) col risultato (spesso) che “…viene via dal Meeting stronza come un uomo, sola come un uomo.”(cit.)
Io ed i miei coetanei possiamo ritenerci fortunati di aver vissuto l’adoloscenza negli anni ’80/’90 e di essere più grandicelli oggi in un tempo dove vagonate di stimoli ed eccesso di sollecitazioni possono destabilizzare.
Chissà cosa pensa a tal proposito Roberto Speranza?
Meglio non saperlo, direte voi.Avete ragione.
Non è certo la barba o qualche altro pelo che sta imbiancando (nel petto eh, dove credevate?) a toglierci la voglia di sparare le nostre compilation di cazzate.
La nostra generazione – che su tanti aspetti non lascerà il segno – gode ancora (anzi, ne ha bisogno) nel ridere e nello stare insieme.
Abitudini da tramandare.
P.s. Chi avesse un pò di tempo (quindi tutti voi) lasci un commento nel link sottostante indicando la cosa che rimpiange di più del passato (anche recente) e a cosa invece non rinuncerebbe della società attuale.
Dalle risposte potrebbe uscire o un nuovo articolo o il nuovo Segretario del Pd.
Bellissimo pezzo.
Io del passato rimpiango la vita senza cellulare (anche se poi sto scrivendo da un tablet a cui mi sono affezionato) dato il contesto politico in cui viviamo mi permetto di dire che rimpiango i politici della prima repubblica, si proprio loro i DC , PSI, PCI e compagnia.
Sono in difficoltà a identificare qualcosa di irrinunciabile di oggi, forse il sito booking.com che ti permettedi prenotare viaggi e vacanze con estrema facilita’ e costi ridotti….che sia desiderio di evasione dalla vita quotidiana?
Gianluca Volta.
Innanzitutto grazie.Rimpiangiamo un mondo più semplice ma facciamo fatica ad abbandonare la tecnologia che ci ha modificato la vita (eufemismo).Per arrivare a rimpiangere i vecchi partiti vuol dire che siam caduti in basso…Mai dire “Peggio di così non può andare”.Quando nasce il (mini)Volt?
Tutto ciò che sviluppi nell’articolo è veritiero, il dire semplicemente “Ai nostri tempi era meglio…” non dice nulla e corrisponde sempre e solo alla realtà personale, quindi è replicabile per ogni altra generazione.
Ogni generazione non è esente da aspetti negativi: la “nostra” ad esempio è stata imbottita di merendine, gelati, caramelle di colori improbabili, decine e decine di E55, E44, E32, E…qualcosa che prima o poi il nostro organismo pagherà.
Oggi i controlli sono molto più forti e sicuramente questa generazione mangia merendine e gelati più sani…
Solo per fare un esempio.
Il problema dei 15/20enni di oggi l’hai centrato in pieno: non esiste più il “noi” ma solo “io”. Hanno insegnato a essere individualisti all’ennesima potenza.
Io quindi non condanno la tecnologia, di cui non farei a meno e che comunque posso spegnere quando voglio, condanno piuttosto la mancanza di condivisione in tutti gli aspetti della vita giovanile odierna.
Hai centrato il problema e lo dicevamo l’altra sera:gestire “tutto questo ben di Dio” oggi è complicato per noi, figuriamoci per un ragazzo…Dobbiamo combattere le sostanze assunte in gioventù con dei moijti…Ciao vitello!
Io del passato, rimpiango i bellissimi sabati a Castelnovo. Forse prenderò qualche insulto, ma a me mancano.Del presente non rinuncerei alla tecnologia, che come dice giustamente il Guido si può spegnere quando si vuole. Sulla tecnologia si potrebbe aprire un dibattito.. Lo lascio per la prossima pizza in Veranda Martinelli. Mi mancano anche i burattini di carta pesta, questo dovrebbe ispirare per l’elezione del segretario Pd.
“Quei” mitici sabati mancano anche a me.La tecnologia è presente in tutte le risposte.Urge un dibattito…
posso solo farti i complimenti… rimpiango il fatto che qualche anno fa , vedersi era nel senso vero della parola e non online… mi piace invece come nell’epoca attuale la possibilità di viaggiare e confrontarsi con culture diverse sia più semplice, per chi desidera farlo… ciao ddr
Grazie per i complimenti.Bello “vedersi era nel senso vero della parola”, sono d’accordo.